Nervi

Quando sono nervoso mi sveglio un’ora prima delle solite 5 e 21: mi capita di avviare una partita a scacchi online con pedroduarte46, andare in chiaro vantaggio e perdere. Chiedere la rivincita, andare ancora in palese vantaggio. E perdere. Richiedere la rivincita e riperdere. Dopo essere stato in schiacciante vantaggio. E capire così perché la gente non riesce a smettere di bere o di grattare i gratta e vinci, e perché i grandi atleti sentimentali non fanno carriera negli sport e possono al limite insegnare storia dell’arte.

Quando sono nervoso e il tizio col Rover mi suona e insulta perché non entro sulla provinciale prima di subito; quando il medesimo poi mi si affianca sulla corsia di immissione, ancora insultandomi con la bocca a burattino, io ho voglia di inseguirlo e spiegargli i padri dell’illuminismo e del contrattualismo a larghi e spessi schiaffi. Per questo cambio strada e ne faccio una più lunga mettendo su una radio che parla di uno di quei temi ricorrenti tipo “quella volta che sbagliando hai fatto la cosa giusta” e sentire il gustoso andettoto di Rodolfo da Caserta.

Quando sono nervoso apprezzo e trovo poetici film molto lenti tipo ‘This must be the place’ Penso che dovrei rivedere molti film che ho trovato brutti, aspettando di essere nervoso.

Quando sono nervoso mi irritano le traduzioni dei libri fatte negli anni ’40 e gli editori che non ritraducono bene per me quei libri.

Quando sono nervoso bevo la Pepsi max senza zucchero al lime. O faccio una crema di zucca bollente. O una tazza di latte caldo con i biscotti galleggianti al cioccolato. Funziona, ve lo consiglio.

Quando sono nervoso invece di fare 18 km a piedi ne faccio 28. Poi ho i crampi anche perché ho bevuto poco e mi accorgo di avere sete a oltre metà strada. E penso che devo avere un problema con la regolazione della sete perché ho sete solo quando la lingua è in stato acciughe.

Quando sono nervoso vado a riprendere la macchina in Viale Europa ma avevo parcheggiato davanti al negozio dell’Enel. E viale Europa sta là e il negozio dell’Enel sta lì, molto molto molto dall’altra parte.

Quando sono nervoso elaboro oralmente piccoli pamphlet geopolitici di 14 minuti per spiegare perché il secondo schermo del computer si spegne, connettendo i chip alla crisi in Etiopia, passando per la natura psicoanalitica delle risposte emotivamente primitive in Rete e il conseguente grave problema di chi sfrutta economicamente e politicamente questo meccanismo psico cognitivo.

Qualcuno a quel punto dice: “Va tutto bene, Manu“.

Quando sono nervoso lascio la pizza troppo a lungo in forno. Ma poi figlio dice “Molto buona questa pizzabiscotto” e allora va bene così e sarei felice anche vedendo una fiction con i preti su Raiuno.