
A scuola spesso si fanno cose che non si capiscono. In letteratura incontri brani come “L’ascesa al Monte Ventoso” di Francesco Petrarca e a 15 anni, tra un Eddie Vedder e una Edvige Fenech, ti chiedi i primi perché della vita.
Poi capita che qualche anno dopo ci passi dal Monte Ventoso e vedi quanto è brullo, assolato, privo di vegetazione, e immagini là Petrarca Francesco sotto insolazione e ti chiedi, ancora di più, perché.
Poi vedi anche la casetta in Provenza di Petrarca, grande quanto uno sgabuzzino, ai bordi del niente oggi, figurarsi 6 secoli fa. E inizi a capire, perché.
Poi ti capita anni dopo di fare spesso ascese alla Montagna Sacra dietro casa, con qualche rospo da far gracidare nello stomaco. E capisci ancora meglio.
L’ascesa, che tra medioevo e secoli successivi è stata “codificata” geograficamente nei tanti sacri monti ed è diventato un “genere” in poesia e in filosofia, è un atto non tanto fisico, quanto religioso e spirituale.
Tramite la fatica, il salire, si passa dallo stato pensoso allo stato gassoso, si diventa aerei, leggeri. Si sente fisicamente il fiato, il respiro, l’anima dei latini, che prendono il sopravvento sul corpo.
L’ascesa, il camminare in montagna, sono una pre-connessione con il divino: contribuiscono alla salutare interruzione del pensiero ricorsivo tramite l’emergere del pensiero risolutivo, quello che scioglie i nodi e fa capire.
L’ascesa insomma non è da capire. È qualcosa che fa capire.
Nella mia ascesa di oggi, cominciando non a caso da Via Petrarca, ho inoltre toccato gli elementi (in questo caso non spirituali) sempre presenti di un’ascesa:
- splendide vie strette con balconi sporgenti e relativo cartello che si vede solo al corso di scuola guida o in questi paesini.
- Svariate frazioni con toponomastica mariana (santa Maria del sasso, Madonna della pietra): del resto al faticatore seriale una presenza materna da invocare fa sempre bene. Alcuni faticatori seriali meno devoti utilizzano altresì la stessa toponomastica per creative forme di imprecazione.
- Un circolo operaio (contraltare laico al punto di cui sopra). Chiuso. Se fosse stato aperto avrebbe avuto la spuma Spumador e le Girelle confezionate al posto delle brioches.
- Un uomo molto sovrappeso su un Garelli che procede a velocità pedonale con in bocca una Merit (nei paesi montani tutto ha qualche decina di anni di ritardo).