
Nella parte alta della lavagna di un’azienda qualcuno ha indicato il suo primo punto di ordine del giorno di ogni giorno. Si tratta, intuisco, di mantenere il cuore, il focus dell’esistenza, nei luoghi e nei modi corretti, senza perdere la bussola interiore e il senso “morale”.
- Mi rendo conto di quanto questo sia giusto quando il panettiere mi chiama Manu e mi racconta che è stato a Crodo a camminare. E mi chiedo quando gli ho detto il mio nome e che mi piace camminare. Quando ho avuto quella nicchia di umanità.
- Quando la panettiera del paese chiama figlio “occhibelli” e lui uscendo chiede se è vero. “Ma certo tesoro sono bellissimi”. “Ma guardali come la panettiera, sennò come fai a dirlo!”.
- Quando si improvvisano aperitivi chiacchierosi tipo dicendo “quando vuoi facciamo un aperitivo. Ok. Ora? Ok”.
- Quando il gestore del libanese mi racconta che ha studiato all’università scienze alimentari perché voleva sapere e capire, prima di servire.
- Quando in auto si canta “Tre cinesi con il contrabbasso”. Con tutte le vocali. Poi con i versi divisi per vocale e avanza sempre la A che i versi sono 4 e le vocali 5.
- Quando ti fanno arrivare un PC muletto per un programma di cui tuo figlio ha bisogno e non vogliono soldi. E li ripagherai a ginseng per i prossimi 5 anni.
- Quando ci sono messaggi tipo “Come stai, mi sembravi giù oggi”.
- Quando dico senza pensarci al Sig. Buosi che il suo gelato dovrebbe essere patrimonio UNESCO, come il Sacro Monte.
- Quando il signore al parco mi racconta la sua storia. Che un terzo della sua vita vale il doppio della mia.
- Quando vedo ragazzi giocare a basket la notte a Milano.
- Quando il ciclista si ferma ad aiutare l’altro ciclista in panne.
- Quando qualcuno scrive liste e, a un certo punto, si ferma